Ci sono davvero tantissimi posti meravigliosi in Italia e credo sarebbe giusto visitarli tutti prima di decidere di “andare alla conquista” di mete esotiche lontano dal nostro bel paese. Oggi voglio parlare di Favignana, la principale isola dell’arcipelago delle Egadi, che si trova a circa 7 km dalla costa occidentale della Sicilia, tra Trapani e Marsala, di fronte alle Isole dello Stagnone.
Profumi e sapori di Favignana
Quest’isola magica ha una superficie di circa 19 km2 con uno sviluppo costiero di 33 km frastagliati e ricchi di cavità e grotte. Il nome antico di Favignana era Egusa (Aegusa per i latini), dal greco Aigousa (Αἰγοῦσα), cioè «che ha capre», vista la loro, anche attuale, abbondanza sull’isola. Il pittore Salvatore Fiume la definì una «farfalla sul mare» per via della sua conformazione caratteristica che pare proprio quella di una farfalla. Il nome attuale (anticamente Favognana) deriva dal Favonio, un vento caldo di ponente che ne determina il clima molto mite.
A causa del disboscamento, oggi Favignana è piuttosto avara di vegetazione nonostante nell’antichità ne fosse estremamente ricca. L’isola è attraversata da una dorsale montuosa in cui “svetta” il Monte Santa Caterina, di 314 metri. Altre due cime sono la Punta della Campana alta 296 metri e la Punta Grossa (252 metri). Sul lato meridionale si trovano gli isolotti Preveto, Galera e Galeotta, che sono poco più che grandi scogli.
La storia di Favignana
Favignana presenta alcune tracce preistoriche di insediamenti umani; è infatti menzionata da Tucidide come sede di un insediamento fenicio, ma vi si trovano anche i resti di un cimitero paleocristiano.
Nel 1081 i Normanni realizzarono su quest’isola un villaggio con possenti fortificazioni, il forte San Giacomo e quello di Santa Caterina. Nel periodo angioino nacquero le due tonnare.
Nel 1874 l’isola appartenne ai Florio che ne potenziarono le tonnare e vi costruirono una villa in stile liberty. Favignana è famosa per le sue cave di tufo, anche se in realtà quella di Favignana è una calcarenite e non una roccia di origine vulcanica come è il vero tufo, per le grotte e per l’antica tradizione della pesca del tonno con la tonnara, di derivazione araba.
Dal 2007 la tonnara di Favignana non è più in attività: era nel mese di maggio che si svolgeva la mattanza, cioè la pesca dei tonni, che attirava molti turisti ed appassionati. La mattanza è finita a causa del ridotto numero di tonni pescati e della taglia ridotta degli stessi.
Oggi è possibile visitare, guidati da ex operai dello stabilimento, gli ambienti della tonnara. All’interno è possibile trovare testimonianze video legate alla mattanza e alla tonnara, oltre a filmati storici concessi dall’Istituto Luce. Esiste, inoltre, anche una sala nella quale sono esposti reperti storici ritrovati nel mare delle isole Egadi.
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